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L'investigatore dilettante (terza parte)


Storia del giallo di Salvatore Argiolas


Carlo Monterossi di Alessandro Robecchi

Amedeo Consonni di Francesco Recami

Il Club Montecristo di Fabiano Massimi


Il grande successo che nella storia del giallo ha avuto la figura del detective dilettante è dovuta anche alla forza di un archetipo che affonda le sue radici nel tempo e nel mito.


Già all'alba del secolo Mille il vescovo Adalberone di Laon riconosceva nella struttura sociale del tempo una visione tripartita del mondo: esistevano gli oratores, coloro che pregano, ossia gli uomini di Chiesa, che gestiscono il rapporto della collettività sociale col sacro e la divinità; i bellatores, coloro che fanno la guerra, hanno il monopolio dell'uso della violenza e difendono i deboli (e l'ordine sociale) dall'arbitrio e dall'ingiustizia; i laboratores, coloro che lavorano, cioè i contadini, la categoria più umile, che però con la sua fatica sfama le altre due.



Questa ripartizione delle funzioni sociali è stata accettata universalmente ma il linguista e storico delle religioni Georges Dumézil grazie ai suoi studi sull'ideologia e sulla religione degli antichi popoli europei, apportò, all'inizio del Novecento, un'importante modifica, affiancando alla figura dell'uomo di chiesa, quello del mago, dello sciamano.


Quando il Mito decade a Storia il Mago perde il sapere iniziatico ma mantiene la tensione verso la conoscenza, adesso divenuta pragmatica, del mondo e, in particolare, verso la scoperta dell’organizzazione dei nessi causali profondi tra tutti i fenomeni.

In particolar modo, è stato Edgar Allan Poe con Auguste Dupin a introdurre per primo nella figura del Ricercatore, in inglese “Detective”, il paradigma conoscitivo proprio della scienza razionale positivista.


In conclusione, abbiamo quindi il genere Detection come narrazione delle avventure del Ricercatore, che svolge generalmente professioni “di ricerca”, come: Detective, Giornalista, Avvocato, Medico-ricercatore, Prete-ricercatore, Scienziato.”


Dunque il detective è un diretto discendente dell'antico sciamano, parola russa derivata da saman di origine tungua, lingua della Siberia dell'Est.

Sciamano significa colui che è sconvolto , turbato, trasportato...o anche colui che sa, che legge i segni e li interpreta per la salvezza del suo popolo: noi che leggiamo le sue gesta ci sentiamo partecipi di questa catarsi storica.



E' evidente la separazione della funzioni tra il detective dilettante che trae origine dal mago-uomo di chiesa e il poliziotto che invece ha come ascendenza quello del guerriero (bellatore) e ha come figure narrative omogenee quelle del Soldato, Cow Boy, Gladiatore, Gangster.


Nei gialli italiani recenti ci sono diversi esempi interessanti di detective dilettanti originali e particolari come Carlo Monterossi, Amedeo Consonni e gli Ammutinati.



Carlo Monterossi, protagonista dei gialli di Alessandro Robecchi, diventa detective per caso in quanto è affermato autore televisivo di una trasmissione che proprio non sopporta, “Crazy Love” perché simboleggia i peggiori difetti della “TV deficiente”, vellicando “ la pornografia dei sentimenti” e i peggiori istinti nazionali. Monterossi viene risucchiato in una vicenda gialla nel romanzo “Questa non è una canzone d'amore” quando qualcuno tenta di ucciderlo. Da qui viene sballottato in avventure movimentate come una pallina de flipper e la sua partecipazione alle indagini serve anche a far emergere l'affilata critica sociale di una Milano dai mille volti e dalle mille anime.

Il successo di questo personaggio ha portato alla creazione di una serie che sinora è arrivata all'ottavo libro, “Flora” del 2021 e alla realizzazione di una serie televisiva “Monterossi” ospitata su Prime Video di Amazon, ispirata dai romanzi “Questa non è una canzone d'amore” e “Di rabbia e di vento”.


E' sempre ambientata a Milano ma in tutt'altro ambiente la serie di Amedeo Consonni scritta da Francesco Recami che già dal titolo del primo libro, “La casa di ringhiera” fa capire il contesto sociale in cui si svolge.



Amedeo Consonni è un tappezziere in pensione che per hobby colleziona notizie di cronaca nera. Fatalmente questa sua mania lo trascina nelle indagini su di un atroce delitto. Il suo attivismo coinvolge vicini stravaganti e diventa anche fattore scatenante di nuovi crimini. Francesco Recami ha così spiegato la particolare indole dei suoi personaggi:

Mi basta metterli in cattiva luce. Non ne amo nessuno. Ho difficoltà a crearne di positivi, ce ne sono già tanti in giro. L'unico riferimento solido per questi inetti e per questi fallimenti sono io. Scrivo per prendere per il culo me stesso. E so che non gliene importa niente a nessuno.

Gli Ammutinati, protagonisti dei gialli di Fabiano Massimi, “Il Club Montecristo”, vincitore del premio Tedeschi e “Vivi nascosto”, di prossima pubblicazione, invece sono degli ex detenuti che una volta usciti dal carcere non vogliono mai più tornare dentro e che si mobilitano per scagionare un altro ex detenuto dall'accusa di aver ucciso una giovane artista.

Lans Iula, uno degli Ammutinati, uomo enigmatico dal passato nebuloso, ha un particolare approccio all’indagine perché, anche se

non era un investigatore, sapeva che mettersi lì a fare deduzioni, avrebbe finito per falsare la sua percezione, modificando la realtà nello stesso istante in cui la incamerava. Meglio astenersi ed esaminare il resto della casa, se voleva intravedere Viviana e il suo assassino.

Sicuramente la scelta di questi outsider dell'indagine è figlia della voglia di diversificare i protagonisti dei gialli che tendono ad assomigliarsi pericolosamente ma esiste anche la volontà di assecondare la tendenza di contrapporre la rigida e organizzata indagine dei detective professionisti che possono disporre quasi illimitatamente di mezzi e personale ad un investigatore amateur dai pochi mezzi ma assistito dallo “stato di grazia” evocato da

Wystan Hugh Auden in un suo celebre saggio.



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