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Cos’è il cozy mistery? articolo di Salvatore Argiolas


STORIA DEL GIALLO


Prima parte


Alla voce COZY il dizionario Merriam-Webster dice "enjoying or affording warmth and ease" che in italiano possiamo anche tradurre con "confortevole". Ma può essere un delitto confortevole?

 In effetti il cozy mystery, o cozy crime è caratterizzato da alcuni punti focali che possono giustificare l'aggettivo in quanto solitamente l'omicidio è visto da lontano, come un qualcosa di estraneo, qualcosa di pulito, senza sangue, molto inodore e insapore, insondabile come una x in un'equazione.

Molti giallisti della Golden Age usano un cadavere solo per poter iniziare un'indagine e questa accusa è stata fatta anche alla Regina del Giallo, Agatha Christie che, in effetti, in molti romanzi ha questa tendenza che ha fatto parlare i critici del genere di giallo-puzzle in cui l'interesse principale sta nel collocare bene le diverse tessere del gioco. In realtà molti gialli dell'epoca hanno questa impostazione, tanto che potremmo anche osare definirla un luogo topico del genere di quegli anni.


La dinamica della vicenda diLa vedova del miliardario” viene messa in moto dalla telefonata di Calvin Bunner, braccio destro del miliardario Manderson, a Sir James Molloy, padrone di due quotidiani londinesi, il Record e il Sun. E proprio con questa telefonata che il lettore viene a conoscenza del delitto e delle sue modalità. La comunicazione è scarna e anodina “Gli hanno sparato in testa: il proiettile è penetrato in attraverso l'occhio sinistro. La morte dev'essere stata istantanea.

Il delitto viene spostato in un territorio narrativo esterno e serve solo come impulso all'indagine e all'azione deduttiva dell'investigatore che di solito è un dilettante, slegato dagli enti istituzionali.


Il cozy mystery è anche confortevole perché ritroviamo tutti gli stilemi che hanno fatto la fortuna del giallo classico, come già detto l'investigatore dilettante, un ambiente chiuso come un villaggio oppure una villa isolata e, come se si fosse stabilito anche nel campo del romanzo giallo un codice Hays, che dettò le linee guide morali del cinema americano dagli anni Trenta sino agli anni Sessanta, furono messe al bando le scene di sesso e di violenza mettendo l'accento sull'aspetto ambientale e psicologico della trama.

Naturalmente i confini del sottogenere non sono fissi e immutabili ma dipendono molto anche dai gusti del lettore e dalla sua sensibilità ma non è azzardato farlo coincidere, con tutte le cautele del caso, con il giallo deduttivo all'inglese che, stabilendo l'architettura narrativa del genere, educò e plasmò le aspettative dei lettori anglosassoni.

Tra le tematiche più frequenti del cozy mystery c'è senz'altro quella delle indagini in vacanza che coniuga lo spaesamento dell'investigatore fuori dalla sua comfort zone, alla scoperta di un ambiente nuovo e pittoresco.


Anche molti gialli storici possono essere inseriti in una lista di cozy mystery con un occhio particolare per “La figlia del tempo” di Josephine Tey che si svolge in un ospedale dove l'investigatore Alan Grant, per passare il tempo, indaga su un delitto accaduto secoli prima studiando saggi storici e trovando una soluzione sorprendente.

Una serie di gialli che definisce bene i punti di forza del cozy mystery è quella che ha come protagonista Flavia De Luce, avventurosa undicenne che indaga nei romanzi di Alan Bradley ambientati negli anni Cinquanta.

Per fissare i punti cardine del cozy mystery possiamo analizzare l'esordio di un personaggio che è forse emblematico del genere, Miss Marple. L'anziana signorina che si diletta nelle indagini fa la sua prima comparsa nel raccontoIl Club del Martedì Sera” (The Tuesday Night Club) pubblicato nel 1927 nel Royal Magazine creando uno schema narrativo poi ripreso tantissime volte, anche da autori come Isaac Asimov che in “Il Club dei Vedovi Neri” e “Gli enigmi dell'Union Club” con un gruppo di persone riunito per risolvere degli enigmi, casi polizieschi o situazioni paradossali.

Con “Il Club del Martedì Sera” e con i racconti contenuti nella raccoltaMiss Marple e i tredici problemi incontriamo anche un altro tema ricorrente nella letteratura gialla, quello dall'investigatore in poltrona, Armchair Detective che risolve i casi lontano dai luoghi dei crimini, elaborando e riflettendo sulle testimonianze o sulle relazioni di chi conosce i fatti.


Il racconto che ha creato uno dei personaggi più amati della narrativa di detection comincia in un salotto di St Mary Mead, dove sono riuniti lo scrittore Raymond West, l'artista Joyce Lempriere, l'avvocato Petherick, l'anziano pastore della parrocchia, il raffinato Sir Henry Clithering, ex Commissario di Scotland Yard e la padrona di casa Miss Jane Marple, che

“portava un abito di broccato nero molto attillato alla vita. Lungo il corpetto scendeva una cascata di pizzo di Mechlin. Sulle mani aveva mezzi guanti di pizzo nero e una cuffietta di pizzo nero era posata sulla massa raccolta di capelli candidi come neve.”

Come si vede non esiste niente di più tranquillo e lontano dall'angoscia e dal terrore causati dal crimine che però viene evocato dallo scrittore quando riflette sui “misteri non risolti”.

“Mi domando” chiese Raymond West, “che genere di cervello riesce veramente meglio a risolvere un caso misterioso? Si ha sempre l'impressione che un comune investigatore della polizia debba soffrire di mancanza di fantasia.”

Joyce l'artista lancia la proposta di creare un Club per sfidare gli altri membri a trovare la soluzione dei casi proposti, per dimostrare la capacità della sua categoria professionale di penetrare meglio degli altri nelle tenebre dei misteri irrisolti.

“Scommetto che potrei battervi tutti a questo gioco. Io sono non soltanto una donna, e dire quello che volete, ma le donne hanno doti d'intuizione che sono negate agli uomini. Vedo cose che voi non vedete.(...) Conosco la vita come non potrebbe conoscerla la nostra cara Miss Marple qui presente.”
“Questo non lo saprei proprio mia cara”, ribatté Miss Marple. “A volte nei villaggi succedono cose molto dolorose e penose”.

Già dalle prime pagine del racconto emergono diverse peculiarità che lo fanno diventare un lampante esempio di cozy mystery.

L'ambiente è prettamente borghese come in tutti i classici del genere ed è quanto messo messo in rilievo da P. D. James nella sua autobiografia “Il tempo dell'onestà”:

“Quella che troviamo in questi mystery essenzialmente garbati, è una società ordinata nella quale la virtù è considerata la normalità e il crimine un'aberrazione e nella quale c'è poca comprensione per i criminali".

Una delle critiche mosse oggi alla detective story degli anni Trenta è di assecondare lo snobismo della classe media.

Indubbiamente non viene mai in mente un solo romanzo poliziesco di quel periodo in cui un domestico o un esponente della classe operaia sia l'assassino o rivesta un ruolo di qualche importanza per la vicenda. E' quasi come se la classe lavoratrice fosse presente per fornire al detective i soliti indizi utili, o spinti comici, e talvolta venir sacrificata come vittima aggiuntiva, ma raramente come vittima principale. Questa accettazione acritica delle divisioni sociali si trova praticamente in tutte la detective story degli anni Trenta ma è forse più evidente in quelle di Dorothy Sayers e Ngaio Marsh.


Agatha Christie attraverso il personaggio di Joyce pone l'accento su un altro punto focale del genere, l'aspetto ludico della detection story.I bet I could beat you all at this game “ dice infatti nella versione originale inglese e il game, il gioco è il fine ultimo della narrativa di genere nei primi decenni del secolo scorso.

Ed è un gioco quello che si svolge nel salotto dove i convenuti cercano di scoprire il colpevole di una storia raccontata da Sir Henry che rievoca un suo vecchio caso concernente l'avvelenamento di una donna in un albergo di Birmingham.

Il primo sospettato è, come al solito, il marito ma diversi indizi lo scagionano e quando tocca ai componenti del club del giovedì di dare la soluzione, tutti cercano di indovinare ma è Miss Marple ad indicare il modo subdolo usato da chi ha ucciso la signora.


Miss Marple ha un suo metodo infallibile per risolvere i casi,

“quando una persona vive per tutti questi anni a St. Mary Mead finisce per avere una certa capacità di introspezione nell'animo umano”.

La simpatica vecchietta pone in relazione gli elementi del caso che affronta con quello che ha conosciuto nella sua lunga vita perché, come dice alla nipote: “Tu non conosci la vita come la conosco io”.

Il racconto dell'ex commissario può essere vero oppure inventato sul momento per divertire e interessare l'uditorio ma già il fatto che lo ponga come un indovinello allontana la tensione situandolo in un uno scenario indefinito e molto virtuale, in cui la scansione utilizzata dalla Christie, che fa intervenire tanti pareri errati per poi dare la parola alla padrona di casa che ha sempre la soluzione giusta, ci porta a riconoscere uno schema tanto riconoscibile quanto confortevole perché sappiamo che l'enigma verrà immancabilmente risolto senza la classica alternanza tra vittorie e sconfitte che rende il romanzo giallo teso a tenere desta l'attenzione e la curiosità sullo sviluppo del caso.


Tutti i racconti riuniti nella raccolta presentano la stessa procedura in cui un narratore espone un storia di non facile risoluzione e quando nessuno trova il bandolo della matassa, Miss Marple, quasi per caso, con il ricordo di qualcosa che le è successo o che ha appreso nel paese, risolve il mistero con grande sorpresa del pubblico abituale.

“La natura umana è uguale dappertutto e in un villaggio si ha l'occasione di osservarla da vicino”

dice l'anziana zitella e con questo metodo investigativo diventerà uno dei personaggi più amati nella storia del giallo, fronteggiando misteri molto più complessi di quelli che affronta in questi primi tredici racconti ma con tutti gli stereotipi che caratterizzano il cozy mystery, primo tra tutti il contesto narrativo, quello di un ambiente chiuso, piccolo, dove ci si conosce tutti e dove il pettegolezzo e i piccoli segreti possono scatenare crimini di diverso livello. Quando il nipote scrittore considera St Mary Mead uno stagno immobile Miss Marple gli fa notare che se si osserva con attenzione lo stagno ci sia accorge che sotto esiste la vita, con tutti i suoi problemi umani così urgenti e così interessanti da autorizzare qualsiasi congettura.


Il ristretto ambito in cui vive Miss Jane Marple consente anche di intrecciare una fitta rete di relazioni con tante collaboratrici, tutte signorine come lei, curiose di tutto quello che succede nel vicinato e che poi condividono in lunghissime telefonate fornendo notizie che possono sembrare futili “Annette oggi non si era truccata, è veramente strano...” ma che inquadrate nella logica stringente dell'investigatrice dilettante portano ad ipotesi investigative molto efficaci.

Questo gruppo di amiche pettegole e attentissime costituisce anche un altro aspetto che contribuisce a creare il contesto più adatto ad un cozy mystery, dove le chiacchiere e le amene conversazioni costituiscono una sorta di “rumore di fondo” che conforta e rilassa il lettore che non ama la violenza e la smaccata esibizione del male.


Miss Marple è stata creata per avere un tipo di giallo leggero, più rassicurante di tanti altri: nel dopoguerra c'era il desiderio di misteri lontani dalla violenza e dal sangue versato copiosamente nella realtà. Un'ambiente bucolico, in un villaggio, con una "dolce" vecchietta poteva attirare un vasto pubblico.


....continua con la seconda parte, prossimamente


per saperne di più vai a un altro articolo di Salvatore Argiolas Armchair detective

e ai link alle recensioni di






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