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"Via delle Oche" di Carlo Lucarelli. Recensione di Tiziana Viganò





"Come succede che nel giro di mezza giornata un falso suicidio diventa omicidio e poi torna omicidio di nuovo?"

Un poliziesco classico, narrato con la maestria indiscussa di Carlo Lucarelli. C'è il giallo sociale, la Storia d'Italia e di Bologna, accuratissima; ci sono gli omicidi e l'indagine condotta sul filo degli indizi, ingarbugliati; c'è la capacità di pennellare i personaggi descrivendoli nei loro atteggiamenti, nei tic, nelle caratteristiche esteriori che ci conducono subito al carattere e alla personalità, simpatici o antipatici ma sempre umanissimi.


Dopo i romanzi precedenti “Carta bianca” e “L’estate torbida”, ambientati nel ventennio fascista e ai tempi della Repubblica Sociale, il terzo libro che ha protagonista il commissario Achille De Luca - premio Scerbanenco 1986, ora ripubblicato da Einaudi - si svolge nel 1948.

Siamo alla vigilia delle elezioni politiche - 18 aprile - che sanciranno la vittoria della Democrazia Cristiana di De Gasperi contro i comunisti di Togliatti: un clima perfettamente descritto, ricordato con le frasi dei giornali dell'epoca poste all'inizio di ogni capitolo.


Il momento politico è cruciale e i dirigenti della polizia si schierano, come tutti, per favorire il proprio partito, De Luca cerca la verità, per amore di giustizia e per onorare la professione che ha scelto di esercitare, ma inevitabilmente sarà sconfitto.

Lui, considerato il miglior commissario italiano, è stato declassato dalla Mobile alla Buoncostume, dopo che alla fine della guerra aveva passato momenti pericolosi, quando ha rischiato di essere fucilato per l'accusa di essere un fascista collaborazionista.

Ligio al suo dovere, tenace, è così nervoso che si morsica a sangue l'interno delle guance, sempre afflitto da infinita stanchezza, forse perchè non mangia quasi nulla, soffre di vertigini, sprofonda le mani nelle tasche del soprabito che si stringe addosso. Davanti alle malìe erotiche di Tagliaferri Claudia, in arte Tripolina arrossisce d'imbarazzo come un ragazzino...cederà?


La morte del buttafuori di un bordello, Ermes Ricciotti, un "serafino" nella famosa Via delle Oche a Bologna, e il seguente omicidio di un fotografo affiliato al Partito Comunista faranno scattare indagini presto insabbiate dai superiori: De Luca si trova con le mani legate, riuscirà a scoprire comunque ciò che vuol essere nascosto, pur rimanendo sconfitto dalle pressioni politiche e dalle vecchie accuse, che ben presto ritornano a galla, riportandolo in tribunale.


Lo scrittore si pone come osservatore distaccato, esterno, non parteggia per nessuno, forse neppure per la sua creatura: lo stile è asciutto ed essenziale, va al particolare, descrivendo ogni dettaglio, come quello di un giornalista di cronaca nera. Sullo sfondo la vecchia Bologna dei vicoli, delle case rosse e dei postriboli, dei portici tappezzati con coloratissimi manifesti che dipingono l'avversario come il diavolo, in un'atmosfera più incandescente del solito: qui la proposta politica di chiesa-famiglia-lavoro contro pace-libertà-lavoro, qui"Nel segreto della cabina Dio ti vede, Stalin no!" "Gli elettori che danno il proprio voto ai partiti che professano dottrine contrarie alla fede cattolica commettono peccato mortale"...


...Poi, il 14 luglio 1948, lo sparo a Togliatti.


"Via delle Oche"

di Carlo Lucarelli

genere: giallo

editore: Einaudi, 2021

pagine: 92



Serie del Commissario De Luca

• Via delle Oche, Sellerio, 1996

• Intrigo italiano, Einaudi, 2017

• Peccato mortale, Einaudi, 2018

• L'inverno più nero Einaudi, 2020



Manifesti per le elezioni del 18 aprile 1948


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