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"Soledad" di Maurizio De Giovanni. Recensione di Tiziana Viganò






Se ogni volta che esce un nuovo libro di Maurizio De Giovanni è un grande piacere, ogni volta che ne esce uno delle serie di Ricciardi, allora è festa!

Pagina dopo pagina è come tornare insieme a vecchi amici, immergersi nel loro mondo, muoversi e parlare con loro, mentre assistiamo alle nuove vicende e partecipiamo alle emozioni, sofferenze o gioie.

Come se fossimo sullo stesso palcoscenico, curiosassimo il backstage, condividessimo la vita quotidiana: De Giovanni è autore di pièce teatrali di successo, e mi sembra che il teatro entri anche nei suoi romanzi, soprattutto nella serie di Ricciardi, la più intima. Del resto un autore napoletano può prescindere dall'influenza di De Filippo?

E Napoli è un palcoscenico ideale per il racconto di infinite storie che coprono l'intera gamma dei sentimenti e delle passioni, con la varietà delle classi sociali che vivono a stretto contatto nelle vie e nei vicoli della città.



La narrazione rincorre i personaggi che raccontano la propria storia, "ognuno perso nel suo dolore", soprattutto in questa fase, dove il presente, nonostante le feste, risente delle sofferenze passate e della tragedia imminente. Tante voci, una polifonia, per un romanzo davvero speciale.

Lo scrittore ha progettato tre libri per raccontare l'evoluzione della vita di Ricciardi tra il 1939 e il 1940, dal momento delle leggi razziali fino all'entrata in guerra dell'Italia. Il momento è cruciale, il paese sta per vivere il suo ultimo Natale di pace e Napoli tenta di esorcizzare le paure con i riti abituali, ma l'ansia è palpabile. "Mal si adatta il Natale alla solitudine". Ricciardi, come il suo capo Garzo, progetta di fare ritorno nel Cilento nel castello della sua gioventù: anche la famiglia Colombo conta avi ebrei, occorre mettersi al riparo.


Dopo "Caminito" arriva "Soledad", tango canciòn di Carlos Gardel che Livia, fuggita a Buenos Aires, interpreta divinamente sulle corde del suo cuore spezzato e solo. Tornerà? forse volver è il suo destino?

Soledad, la solitudine, pervade tutto il romanzo, ogni personaggio, e si colora di varie sfumature emotive, dalla malinconia alla nostalgia all'angoscia. C'è quella di Ricciardi, inconsolabile dopo la morte di Enrica, che ormai vive solo per la deliziosa figlia Marta, sperando che non abbia anche lei "il Fatto" cioè la capacità di vedere e sentire i morti; c'è quella di Maione, con il segreto tremendo che deve risolvere come padre; quella di Bambinella, in mortale pericolo perchè "diversa"; quella del padre di Enrica, che nasconde il dolore dedicandosi alla nipotina; quella del vicequestore Garzo, che ha perso l'arroganza del potere di fronte alle leggi razziali che condannano la moglie ebrea e i figli; quella di Modo, da sempre diverso per i suoi ideali; quella di Bianca, che non riesce a conquistare chi ama...

Perfino la vittima Erminia Cascetta, giovane donna bella e benestante, con un amante ricco e innamorato, si trova da sola ad affrontare il suo destino, causato dalla ribellione, dalla volontà di vivere una vita diversa da quella cui è condannata...Ricciardi è alle prese con un'indagine complessa, con risvolti oscuri e un finale sorprendente.


La solitudine, l'isolamento sociale di chi è diverso, la fuga: temi forti che commuovono e rendono partecipi attraverso la magia delle parole di De Giovanni.


Soledad

di Maurizio De Giovanni

genere: narrativa contemporanea, giallo

editore: Einaudi, 2023

pagine: 279




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