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Rancore di Gianrico Carofiglio. Recensione di Tiziana Viganò






Alcuni scrittori di gialli e noir come Gianrico Carofiglio ci regalano romanzi che vanno ben oltre il genere, per l'alto valore letterario, la profondità d'analisi psicologica, la competenza giuridica uniti alla capacità di attrarre emotivamente il lettore.

Il romanzo di Penelope, definirei questo libro, perché la figura dell'investigatrice pervade ogni pagina, descritta e mostrata. La narrazione in prima persona sottolinea ancora di più ogni pensiero, sensazione, emozione, comportamento, donando una protagonista di grande carattere che rimarrà impressa nei lettori che l'hanno già incontrata nel romanzo precedente, "La disciplina di Penelope" (Mondadori, 2021) e che di sicuro vorranno incontrare di nuovo per conoscere gli sviluppi della sua vita, ancor prima di conoscere le nuove indagini.

Anche se è semplice intuire il colpevole, Carofiglio riesce a indurre una suspense che cresce a ogni pagina con abili intrecci, nel suo stile semplice e privo di fronzoli, asciutto e concreto.



In questo ultimo libro svela piano piano il motivo per cui Penelope ha dovuto abbandonare la magistratura: un'indagine su una loggia massonica segreta condotta senza il rispetto delle procedure e finita male. Ora il suo ufficio è un bar, è un'investigatrice senza licenza cui si rivolge la figlia di un medico famoso morto per infarto. Un uomo di potere, sposato a una donna di trent'anni più giovane: la figlia ingaggia Penelope con l'incarico di trovare prove per incriminare l'ex moglie. Per Penelope è l'occasione di chiudere i conti con la prima parte della sua vita.


Rancore: proprio l'emozione che dà il titolo al romanzo sta al centro di un'indagine che sembra inutile fino che un colpo di scena finale sparaglierà le carte.

Una violenza subita, fisica o psicologica, ferisce profondamente: passata la prima reazione, guarita la ferita, resta una cicatrice dura, coriacea, il rancore. Come un cane su un osso rode la mente, la invade con il ricordo, colora la memoria con le scene di ciò che è accaduto, ossessivamente fantastica punizioni e vendette. Guarire dal buco nero del rancore vuol dire uscire da questo vortice: ma se questo processo non accade può sfociare in altri atti violenti.



Penelope è una che non molla mai, sa che le vittime hanno bisogno di sapere la verità per poter andare avanti con la propria vita e placare il dolore, così come lei ha bisogno di rielaborare gli errori del suo passato. Però lei, che vive "una vita di tranquilla disperazione", come diceva Henry David Thoreau, troverà uno spiraglio per aprirsi a una nuova fase della vita.

Per conoscerla meglio la aspettiamo ancora, e presto!


Rancore

di Gianrico Carofiglio

genere: narrativa noir

editore: Einaudi, 2022

pag: 242



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