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"Morte a Porta Venezia" di Mauro Biagini. Recensione di Tiziana Viganò






Una strana atmosfera regna nello storico quartiere di Porta Venezia, sempre fervente di attività, rumoroso, trafficato: non c'è nessuno in giro, il silenzio è assordante. È il primo giorno del lockdown 2020.

Strani movimenti quella notte per strada, mentre qualcuno commette un omicidio in una garçoniére.

Dall'ambiente della borghesia opulenta che nei tempi ha fatto ricca e grande Milano emergono spesso fatti oscuri, vizi inconfessabili, segreti indecenti, immondizia sotto la maschera del perbenismo. Sono uomini di potere senza scrupoli, capaci di comprare la carne di esseri umani, donne depresse e insoddisfatte, ma incapaci di sacrificare il benessere per la libertà, un mix che facilmente si incendia di emozioni e azioni pericolose.



Non era mai entrato lì e pensò a quanti segreti si nascondono a Milano. Dietro le facciate dei palazzi, così come delle persone, assai spesso.

Il laboratorio di Delia, magliaia di via Lecco, è un osservatorio privilegiato del quartiere, con l'andarivieni della gente che si scambia chiacchiere e pettegolezzi, oppure chiede consigli: l'anziana e saggia donna conosce bene l'animo umano, osserva e ascolta tutto ed è diventata un aiuto prezioso per il commissario Attilio Masini che, proprio grazie al suo aiuto, riuscirà a svelare i grovigli di odio e vendetta che stanno sotto le azioni dei personaggi.


"Morte a Porta Venezia" è un romanzo corale, dove le figure del quartiere emergono nei tanti camei: con poche pennellate l'autore delinea il personaggio e tutti concorrono a completare il quadro dell'ambiente, con la sua particolare atmosfera e la sua vitalità, nonostante le restrizione della pandemia.

La trama gialla entra a turbare gli equilibri che vanno ripristinati grazie all'acume di Delia e alla determinazione dell'ispettore, figure accattivanti e gustose in questo piacevolissimo libro che si legge in un soffio, che intrattiere in modo interessante e garbato. Le chiacchiere e la saggezza di Delia, la riservatezza del commissario che studia e si consola con Schopenhauer prendono il lettore per mano e lo conducono alla conoscenza di un ambiente dove i meneghini si troveranno a casa loro e gli altri potranno respirare la milanesità.


"Morte a Porta Venezia"

di Mauro Biagini

genere: giallo

editore: Fratelli Frilli, 2021

pagine: 185


Mauro Biagini nasce a Genova e dopo la laurea in Lettere Moderne si trasferisce a Milano, nel quartiere di Porta Venezia, dove ama ambientare le sue storie noir. Creativo pubblicitario fin dalla fine degli anni ’80, ha lavorato nelle più importanti agenzie internazionali, firmando popolari spot televisivi per clienti quali Averna, Fastweb, Mercedes-Benz. Attualmente è consulente di comunicazione per diverse aziende e tiene corsi di “Copywriting”. Nei suoi “romanzi con delitto” (come gli piace definirli) ha dato vita a una figura di detective particolare, l’anziana magliaia Delia, che fa il suo esordio con Il rumeno di Porta Venezia (Fratelli Frilli Editori, 2019), finalista al Concorso Letterario “Crimini d’Amare”. Il personaggio è poi protagonista del romanzo La ragazza del Club 27 (Fratelli Frilli Editori, 2020), così come dei racconti presenti nelle antologie 44 gatti in noir, Tutti i sapori del noir e I luoghi del noir, sempre per la Fratelli Frilli Editori. Ha pubblicato anche i romanzi Soprattutto viole (goWare) e Marcantonio detto Toni (Robin Edizioni, scritto con Silvia Colombini), oltre a racconti inseriti in antologie edite da Edizioni della Sera, Covo della Ladra e Neos Edizioni.




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