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Le vergini di Michaelides. Recensione di Tiziana Viganò

Aggiornamento: 12 apr 2022







Un giallo affascinante, dove la psicologia si intreccia con i miti greci, secondo un vecchio legame che trova in quelle antiche storie i simboli della psiche.

Lo scrittore Alex Michaelides, greco cipriota, dopo il successo del suo esordio "La paziente silenziosa" (Einaudi, 2019) in questo libro usa la mitologia in particolare il ratto di Persefone da parte di Ade, il dio degli inferi, e la disperazione della madre Demetra, dea delle messi e della fertilità, per dare alla protagonista spunti di riflessione così da risolvere l'enigma che sta dietro gli omicidi di splendide ragazze, studentesse dell'università di Cambridge.


Mariana, cresciuta in Grecia, padre greco e madre inglese, è una psicoterapeuta da poco vedova e non riesce ad elaborare il lutto per il suo amatissimo marito Sebastian, morto nelle acque di Naxos, proprio dopo una visita al tempio di Demetra. La sua ferita profonda è quella di aver perso tutte le persone che ha amato. Quando riceve una telefonata di sua nipote Zoe, disperata dopo l'omicidio della sua amica Tara, corre a Cambridge per sostenerla, nonostante il luogo sia doloroso per lei perchè le ricorda il primo incontro con Sebastian.


Qui incontra l'ambiguo professor Edward Fosca, titolare della cattedra di tragedia greca, uomo seducente ma con molti lati oscuri e una personalità dominante e magnetica: questi ha raccolto attorno a sé sei ragazze bellissime per un gruppo chiuso e particolare, forse una setta o una società segreta? "Le Vergini". Mariana sa bene che i piccoli gruppi sono particolarmente vulnerabili a manipolazioni o abusi da parte di un leader: proprio tra loro il killer sceglie le sue vittime sacrificali, come nell'Ifigenia di Euripide.

"Quegli omicidi sono un atto sacrificale...un rito di rinascita e resurrezione...violenza e orrore per scioccare e intrattenere" "In tutto questo c'è una certa teatralità. È stato inscenato per un pubblico"

Mariana dovrà svelare il mistero per riuscire anche a liberarsi dei fantasmi che turbano la sua mente, anche affrontando il dolore, anche rischiando la vita, fino al colpo di scena finale del tutto imprevedibile, proprio nelle ultime pagine.


"C'era una parola per quel momento nella tragedia greca: anagnorisis, agnizione, l'attimo in cui finalmente l'eroe scopre la verità, comprende il suo fato e il fatto che è sempre stato lì, fin dall'inizio, davanti ai suoi occhi"


Miti, riti, simboli, citazioni letterarie e artistiche, da Tennyson con "La Dama di Shalott", a John Webster con "La duchessa di Amalfi", Euripide, i Misteri Eleusini si inseriscono abilmente nella narrazione arricchendola di fascino: se da una parte alcune spiegazioni l'appesantiscono, dall'altra parte permettono a chi non conosce quei testi di capire come l'autore li abbia usati per creare un abilissimo e particolare intreccio.

L'ambientazione nel college di Cambridge fa respirare aria di vecchia Inghilterra, ma si scopre che dietro l'apparente tranquillità si cela un ambiente pieno di invidie, gelosie, rivalità: il male però è dentro l'anima, le ferite dell'infanzia lasciano spaccature indelebili che continuano a spurgare per tutta la vita.


Un bellissimo giallo, intrigante e appassionante da non perdere.



Le vergini

di Alex Michaelides

genere: giallo psicologico

pagine: 384

editore: Einaudi, 2021

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