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"Io sono l'Indiano" di Antonio Fusco. Recensione di Tiziana Viganò






Antonio Fusco è funzionario della Polizia di Stato e criminologo forense: leggendo i suoi libri si capisce la sua competenza e l'agilità con cui si muove tra procedure e fasi delle indagini, unita a una scrittura semplice ma incisiva, che scorre veloce pur trattando sempre argomenti di grande profondità e interesse sociale.

Autore della serie splendida e fortunata del commissario Casabona della quale fanno parte Ogni giorno ha il suo male (2014) – La pietà dell’acqua (2015) – Il metodo della fenice (2016) – Le vite parallele (2017) – Alla fine del viaggio (2019) La stagione del fango (2020) tutti editi da Giunti.

Con Quando volevamo fermare il mondo (Giunti, 2021) appare per la prima volta l'ispettore Massimo Valeri e ora (2022) edito nella collana Nero Rizzoli è uscito Io sono l’indiano.

Se in un primo momento ci si sente orfani del commissario Casabona, protagonista affascinante di tanti romanzi, è facile affezionarsi a Massimo Valeri, nuovo e altrettanto speciale.



Il nuovo protagonista del noir italiano è un uomo particolare, che neppure passa inosservato: dalla madre zingara ha ereditato i tratti somatici, accentuati dalla coda di capelli lunghi sulla schiena che gli hanno guadagnato l'appellativo di Indiano. Ha un carattere spigoloso e solitario, un animo inquieto, fuori dalle righe e dalle regole, ha amato una sola donna nella vita e la rimpiange da vent'anni, ora vive su una barca ereditata dal padre adottivo e ha una gatta bianca e nera che lo degna della sua compagnia.

Poco amato da colleghi e superiori, ma intuitivo e capace, ha un forte senso della giustizia e l'empatia per appassionarsi al caso di una giovane donna eritrea, Zula, che, in ginocchio da giorni davanti alla questura chiede aiuto per ritrovare il suo compagno Jamal, scomparso durante il tentativo di emigrare in Francia. Respinto alla frontiera, fuggito in modo rocambolesco per evitare l'identificazione, viene ritrovato sotto un cavalcavia a Roma, ucciso da un investitore che non si è fermato a soccorrerlo. I superiori vogliono chiudere il caso velocemente, ma Massimo Valeri ha capito la disperazione di Zula e vuole aiutarla, trovando i responsabili della morte del suo uomo: quando dall'alto arriva l'ordine di sospendere le indagini l'Indiano continua ostinatamente, fino alla conclusione. L'indagine procede e svela il marciume che sta sotto la superficie: quello che troppi non vogliono vedere e sapere.


L'argomento è di grande attualità: l'immigrazione clandestina, la disperazione di chi vede crollare il suo sogno di una vita migliore, dopo le sofferenze inaudite di un viaggio terribile e lunghissimo per sfuggire ai tormenti della guerra che infuria nel paese d'origine.


Arrivati nel falso Eden dei paesi occidentali i migranti si scontrano con razzismo e rifiuto, finendo spesso travolti nel giro di interessi economici che coinvolge le onlus che dovrebbero gestire l'accoglienza ai migranti con denaro pubblico, dove faccendieri loschi e politici insospettabili sfruttano un così grande problema sociale. 

Come nella serie precedente del commissario Casabona questi temi si intrecciano alla trama poliziesca, rendendola più viva e interessante: l'abilità dello scrittore delinea personaggi di spessore che suscitano subito simpatia o antipatia. Una galleria di figure cui è dedicato almeno un capitolo di presentazione: Zula e Jamal come Giulietta e Romeo, disperati dalla pelle nera; Irina, la escort russa, una vittima designata; Matteo Landini, timido assistente di Valeri; la dirigente del distretto di polizia Ornella Priore, che si maschera da donna rude per sopravvivere al mondo dei maschi; Luigi Barillari, dedito al business dei migranti; Lucio Berardi, il violento che ha minacciato in radio di stendere un nero; il commissario Tognozzi, non a caso soprannominato Il Cane; l'onorevole Salieri, sepolcro imbiancato, candidato sindaco di Roma.


Valeri non provò odio nei suoi confronti, ma solo tanta compassione. Il più delle volte il male, quando viene svelato, si rivela nella sua banalità e anche quello che si immaginava come il peggiore dei criminali finisce con il sembrare solo un bambino che si era smarrito nel traffico impazzito degli eventi.


"Io sono l'Indiano"

di Antonio Fusco

genere: giallo poliziesco

editore: Rizzoli, 2022

pagine: 220



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