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"Il manoscritto" di Anne Holt. Recensione di Tiziana Viganò






Tre storie si intrecciano in questo appassionante giallo ambientato nel mondo dell'editoria, scritto con la consueta maestria da una delle più importanti scrittrici scandinave, che coniuga la massima competenza (è stata avvocato, giornalista, ministro della Giustizia norvegese) alla genialità delle trame, complicate al punto giusto, alla scrittura sempre elegante che non indulge mai nello splatter e si rifà al giallo classico inglese. La serie di Hanne Wilhelmsen è giunta al suo undicesimo capitolo ed è bestseller internazionale pubblicato in Italia da Einaudi.



Siamo nel marzo 2020, in una Oslo resa deserta dalla pandemia in corso. La detective Hanne Wilhelmsen, dopo una sparatoria, è costretta su una sedia a rotelle, ma l'abilità investigativa è sempre al massimo mentre si è dedicata a scrivere un giallo poliziesco che ha spedito alla più importante casa editrice norvegese, suscitando interesse ed entusiasmo. Hanne ha un carattere forte e complesso, non è certo una campionessa di simpatia, è cinica, diffidente, sospettosa, intuitiva e scientifica al tempo stesso: l'ambiente strano e rarefatto della pandemia sembra giovarle e le indagini in cui la trascinano la risvegliano a nuova vita.


Trama principale: la giovane e inesperta Etta Braut ha l'incarico di sostituire la storica editor della casa editrice, Eli Schwartz. È un personaggio che incarna l'entusiasmo per i libri e la lettura, proprio lei che da pastora d'anime è diventata editor, dovrà occuparsi del manoscritto di Hanne e di quello della famosissima Kate Howe, colonna portante della CE con qualche mania, la più pericolosa è quella di scrivere una sola copia dattiloscritta, consegnarla per la correzione fidandosi che vada tutto per il meglio.

Ma il manoscritto, di enorme valore, scompare.

Subplot due: un vecchio amico e collega, l'agente Henrik Holme, chiede aiuto ad Hanne per un caso molto difficile – una donna è stata ritrovata nuda nel bagagliaio di un’auto, il corpo intatto, il viso scavato fino a renderlo irriconoscibile.

Subplot tre: un becchino si occupa di seppellire uno strano personaggio, Astrid, un'emarginata, forse malata di mente, che vive sola, isolata da tutti in un villaggio sperduto tra le montagne e ne diventa l'erede.


L'ambiente della casa editrice è descritto con particolari gustosi e divertenti, la Holt non perde l'occasione di lanciare qualche frecciata ai suoi colleghi scrittori e a criticare l'industria dei bestseller. La novellina Etta, che ha iniziato il lavoro dei suoi sogni si trova subito catapultata in un incubo: come mai hanno scelto proprio una giovane alle prime armi per curare un manoscritto così importante?

“Imparerai per esempio, che i poeti sono i peggiori. I più permalosi ed egocentrici. E incompresi, naturalmente. Ai miei occhi, è così. D’altro canto, ce ne sono pochi e non producono quasi niente. Meglio. Li vediamo di rado. I giallisti sono abbastanza potabili e non hanno capricci letterari, di solito. Ma tanto più interessati ai soldi che secondo loro dovrebbero arrivare a palate non appena hanno scritto un discreto thriller.”

“Durante la sua carriera Eli aveva avuto modo di entrare in contatto con un’intera schiera di scrittori. Nessuno uguale ad un altro. C’erano quelli irascibili, passivo- aggressivi, depressi e maniacali e tra loro alcuni grandi artisti. Eli Schwartz era stata capace di gestirli tutti.”



"Il manoscritto"

di Anne Holt

genere: giallo

editore: Einaudi, 2023

pagine: 465


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