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"Il lupo perde il pelo" racconto di Marina Fichera per Il vizio di scrivere

Ecco, il mondo è pieno di stereotipi: il lupo cattivo, il lupo peloso, il lupo vizioso... Ma basta! Mi sono davvero scocciato! Oggi voglio raccontarvi la verità e nient’altro che la verità su di noi, dolci animaletti pelosi con gli occhi profondi e il mantello grigio.


E sì, lo so che state tutti pensando che sono pazzo, perchè “chi pecora si fa il lupo se la mangia” oppure “chi nasce lupo non muore agnello”, fino ad arrivare al classico “il lupo perde il pelo ma non il vizio”...

Ma poi di quale vizio stiamo parlando? Mangiarsi le unghie? Fumare? Fare i nodi ai fazzoletti smocciolati e dimenticarli in giro per la casa? Quello lo fate voi, poveri umani che vi credete esseri superiori rispetto a noi animali. E invece vi siete dimenticati che anche voi appartenete al regno animale, siete solo leggermente più evoluti, e sottolineo leggermente. In compenso avete imparato a essere molto più invadenti, aggressivi e anche cattivi di qualsiasi altro essere vivente. Sfruttate tutto a vostro piacimento, e quando non avete più nulla da sfruttare lo gettate, dimenticandovi dei danni che avete causato. Noi non facciamo nulla per mero tornaconto personale, noi quello che facciamo lo facciamo per vivere, ormai spesso per sopravvivere.

Quindi quando parliamo di esseri viziosi perchè dovete pensare a noi, innocenti lupetti, e non a voi, belve umane?

Oggi voglio finalmente proclamare il Wolf Pride Day e gridare al mondo che no, noi lupi non siamo così come ci raccontano da centinaia di anni nelle vostre stupide favolette.

I tre porcellini, ad esempio, erano miei sinceri amici. Con loro tre e i sette nani andavamo sempre a fare delle magnifiche scampagnate sui monti sibillini. Passavamo i pomeriggi a mangiare torte salate, dolcetti vari e bere buon vino, poi giocavamo a nascondino e, anche se i nani vincevano sempre come potete immaginare, ci divertivamo un sacco insieme. Quante risate abbiamo condiviso!

Altro che soffiare sulle loro case! Che poi ho pure l’asma, figurati se mi sarei mai sognato di abbattere case con un soffio, sarei morto rantolando e io ho una dignità da preservare. Quel che è successo e che nessuno vi ha mai raccontato è che i tre porcellini furono catturati dal norcino di Belborgo Superiore, e arrostiti a fuoco lento con un bastone nel culo per la locale festa della porchetta. Quando la popolazione si accorse che si era mangiata – con grande gusto peraltro - le tre mascotte della valle, per evitare la responsabilità di questa porcata (è proprio il caso di dirlo...) s’inventarono che ero stato io! Io, che sono vegetariano per scelta da decenni! Ma vi rendete conto di cosa sono capaci gli essere umani per salvarsi le chiappe e scaricarsi dalle proprie responsabilità?

E così sono dovuto emigrare in un’altra regione, e mi sono trovato tra i verdi boschi del nord, dove ho iniziato a frequentare la casa di una dolce nonnina. Nei lunghi inverni mi mettevo ai suoi piedi davanti al caminetto e passavamo delle serate bellissime insieme, quanta armonia e quanto calore tra noi. Andava tutto a meraviglia fino a quando non è arrivato quel disgraziato del cacciatore. Un belloccio senza arte nè parte che aveva un unico scopo, far fuori la cara vecchina e appropriarsi della sua casa. Il fetente era riuscito a concupire non solo la vecchia ma anche la nipote, una ragazzina strana, con la passione per i film di Dario Argento, vestita sempre di rosso sangue.

Così, quando ho cercato di fare ragionare le due donne loro, invece di ringraziarmi, cos’hanno fatto? Hanno iniziato a dire che ero cattivo, invidioso perché io ero peloso e brutto, mentre il cacciatore era bello, biondo e voleva solo il loro bene. Poi, il giorno in cui il cacciatore è arrivato con il notaio per far firmare alla nonnina il contratto per la donazione della casa sono andato fuori di testa, gli ho dato una zampata in faccia che l’ho sfregiato, e da lì è iniziata la mia fuga. Io volevo solo essere utile, lo giuro, e invece, ancora una volta, mi hanno disegnato come un mostro cattivo.


Sono andato ancora più a nord, e mi sono ritrovato vicino al castello del dottor Frankestin Junior. All’inizio è stato bello ma poi, le continue battute del tipo “lupo ululà, castello ululì” mi han convinto ad allontanarmi dagli essere umani, davvero troppo stupidi per stargli ancora accanto. Con la tristezza nel cuore ho vissuto in un’aspra valle dispersa tra le Alpi Cozie fino a pochi anni fa quando, con l’avvento dei social e di una nuova coscienza ecologista, ho iniziato a riprendere qualche contatto con il mondo esterno e a tentare di ricostruirmi l’immagine.

Attraverso i miei brevi video su Tik Tok e su Instagram, social in cui ormai supero il mezzo milione di followers, voglio far comprendere al mondo che lupo non vuol dire cattivo, ma vuol dire armonia con la natura e rispetto dell’altro. Da sempre è così, ma la narrazione si è persa nei secoli. E’ giunto il momento di rimettere le cose a posto definitivamente!

Oggi voglio finalmente proclamare il Wolf Pride Day, il giorno in cui tutto il mondo verrà a conoscenza della nostra vera essenza, senza peli, senza vizi, senza ululati.

Perchè lupo è bello e io sono fiero di esserlo!

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