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“Genitori cercasi” di Andrea Vitali. Recensione di Giampiero Calibano






L'uso dell'iperbole, ma non quella della geometria analitica - una curva appartenente alla famiglia delle coniche - bensì la figura retorica. Ecco, questo ha fatto Vitali, dando vita a un personaggio come Velarus - nome scelto senza un motivo particolare dalla madre – che rappresenta un' iperbole vivente, un personaggio iperbole.



Velarus è un bambino che non riceve le attenzioni necessarie dai genitori, trascurato a tal punto da diventare invisibile.

Nel mondo creato da Vitali anche gli altri personaggi: un taxista e la moglie infermiera, una baby sitter distratta, un maestro, sono parte dell'assurdo che permea la storia.

Sappiamo che alla nascita il nostro eroe non fu messo tra le braccia della madre, né fu affidato al padre, sempre difficilmente rintracciabile, fu preso dal taxista e portato nel bilocale di famiglia, per essere lasciato alle cure poco amorevoli di una baby sitter. Iniziò così il processo che avrebbe condotto Velarus alla condizione di invisibilità.


Non siamo di fronte a un racconto appartenente al realismo magico, contraddistinto dalla presenza di elementi inaspettati, straordinari, surreali, magici per l’appunto, calati però all’interno di contesti del tutto ordinari, quotidiani, assolutamente verosimili.



Come già anticipato la storia stessa e i personaggi rientrano, secondo me, più nella definizione che venne data alle opere di Ionesco o Beckett “teatro dell'assurdo”. Nel secondo dopoguerra questi autori diedero voce all’alienazione dell’uomo: l’angoscia, la solitudine, l'incomunicabilità resa attraverso situazioni e dialoghi surreali. 
Vitali riesce a darci squarci di quotidianità scomposti e rimontati in modo da creare un effetto surreale, comico e tragico al tempo stesso. 

Il romanzo inizia con il protagonista (Velarus) che parla in prima persona dei suoi genitori, ormai senzatetto e di come i due si siano ridotti in quelle condizioni, visto che quando si erano conosciuti vivevano da uomini d'affari affermati, sempre in viaggio, sempre attaccati al telefono, sempre impegnati a comprare e a vendere.

Genitori talmente dediti agli affari che non potevano rinunciare alle immense possibilità offerte dalla situazione di invisibilità del loro figlio. Perché non metterlo in vendita con un’asta?

A quel punto, la vendetta di Velarus prende il via.

Come va a finire?

Per saperlo non vi resta che leggere il libro.



Una storia divertente, amara ed istruttiva, completamente diversa da quelle a cui Andrea Vitali ci aveva abituato con i casi del maresciallo Maccadò.

“Genitori cercasi”

di Andrea Vitali

genere: narrativa italiana contemporanea

editore: Einaudi

pagine: 145

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