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Mirella Morelli

Recensione di Mirella Morelli per "Come le donne"



La forza vitale delle donne sembrerebbe  un tallone di Achille, che la espone ai colpi di chi vuole approfittarsene: ma si piega, e non si spezza. Rinasce



Storie al femminile, anzi storie di vita vissuta, come avverte la scrittrice. Storie individuali ma, io aggiungerei, universali.

Ho difficoltà a raccontare questo libro, una difficoltà reverenziale: è talmente completo che qualsiasi parola a commento non aggiungerebbe nulla alla personale lettura.

Ancora: è talmente esaustivo che, giunti all’ultima riga, si tira un respiro profondo e all’improvviso si ha l’impressione di conoscere la Donna, e tutte le donne insieme. E sì che le donne di cui Tiziana Viganò ci racconta sono diverse per estrazione sociale, per cultura, per età, per provenienza geografica…

Allora non vi parlerò di stile, prosa, scorrevolezza e bravura; proverò a raccontare le mie emozioni di lettrice e, in maniera fortemente personale, a dirvi cosa ho amato di questo libro.

Ve lo voglio raccontare da donna a donna…

La prima cosa che ho colto, leggendo, è il senso di fiducioso ottimismo che pervade il libro: le donne archetipo di cui leggiamo ne hanno viste davvero troppe, sono vessate da figure maschili violente, ma nonostante ciò riescono a non soccombere: come nel racconto Via il velo, storia di una marocchina emigrata in Italia, segregata in casa dal marito gelosissimo, che trova la forza di ribellarsi per amore del figlio Karim a cui vuol dare altre opportunità, altri esempi di vita.

Per lui ella cambia, o semplicemente si scopre:

“Ora, come voi donne bianche, agito orgogliosa i miei capelli al vento, alzo la testa con fierezza e come voi mi sento lanciata alla conquista della piena libertà di essere me stessa”


Oppure in Nebbia e destino, dove la protagonista ci racconta di un matrimonio difficile, del solito marito geloso e di come, rimasta vedova, riesce a rinascere alla vita con un amore molto più giovane che la induce a questa considerazione:



“In fondo, senza sogni, senza emozioni, senza amore, cos’è la vita?”


E non nascondo che ho provato molta empatia con il racconto dal titolo Galline, il mio preferito, di cui ho sottolineato queste frasi:


“Si avvicina il mio cinquantesimo compleanno e mi sento un po’ frastornata da questo numero così grande (…) ma è come se la mia vita fosse divisa in due parti, prima e dopo la crisi del quarantesimo anno”

“Mio marito era il classico padre-padrone che portava a casa molti soldi (…)e considerava le tre femmine di casa il suo pollaio e ci chiamava galline. Davanti ai suoi amici faceva battute e rideva di di questo…”.


Non c’è dolo nella perfidia con cui questo marito – padre padrone – tratta moglie e figlia: per lui il sopruso psicologico è del tutto naturale, poiché è stato cresciuto con quella mentalità da un padre maschilista, e da lui ha tratto esempio nel modo di relazionarsi all’altro sesso.

Le donne sono “galline” perché è naturale che sia così: stupide e incapaci e bisognose di una guida maschile, grazie alla cui condiscendenza si sostengono economicamente.

Le donne sono galline, e in quanto tali si possono riempire di botte senza alcuna remora…

E finalmente monta la rabbia, e con essa la ribellione:


“La consapevolezza di quello che ero stata e di come mi ero lasciata usare da tutti gli uomini della mia vita mi ha spinto (…) a dimostrare prima di tutto a me stessa e poi a loro quanto fossi capace, forte, determinata a non lasciarmi sopraffare.”


Ecco, in questa meravigliosa frase a mio parere sta tutto il senso e il filo conduttore dei dodici racconti di “Come le donne”: un percorso di recupero prima di tutto dentro se stesse, un percorso di ribellione che conduce ad una sana acquisizione di autostima.

Che il nemico sia un marito o un datore di lavoro – come nel racconto Mobbing –oppure noi stesse con le nostre personali paure di abbandono alla vita – come nel racconto Donna, cavallo, libertà… Non importa: alla fine c’è sempre un catartico outing, una presa di posizione e un nuovo avvio. Una rinascita, appunto.

Tiziana Viganò racconta queste storie usando la prima persona, e così l’immedesimazione nasce spontanea.

La sua scrittura è limpida, forte come le storie di cui rende testimonianza, eppure quel che colpisce è la pacatezza, il tono oserei dire tranquillo del racconto autobiografico, anche laddove si narri di processi violenti e drammatici. Niente enfasi, niente linguaggio esagerato. Sarà proprio questa apparente contraddizione a renderli così belli?

Tiziana Viganò ha saputo creare camei delicati e dirompenti nello stesso tempo.


Come il percorso di un fiume – il quale nasce ruscello, accoglie nevi e piogge torrenziali divenendo tumultuoso, ma sa poi chetarsi a valle dopo molti dirupi – queste donne attraversano la loro esistenza lasciandosi sopraffare per un tratto del percorso, ma riuscendo a riconquistare il dominio delle proprie acque.

Perché l’aspetto universale della figura femminile, per Tiziana Viganò, è uno e uno solo da ovunque provenga: la forza, la forza pur nella sua terribile delicatezza d’animo, che dà la capacità di rinascere sempre.

Voglio concludere con un’ultima citazione che la dice lunga sull’amore che da donna la scrittrice nutre per le altre donne, e che è tratta dal racconto Fil Rouge:

“C’è un filo rosso che lega idealmente tra loro tutte le donne del mondo. L’anima femminile vive di valori affettivi ed emotivi che la rende fragile, scoperta come una pelle nuda, bianca e delicata esposta alle intemperie

Sembrerebbe come un tallone di Achille, che la espone ai colpi di chi vuole approfittarsene.

Ma si piega, e non si spezza.

La forza: questa nostra gran caratteristica. E per favore: mai più dubitare di averne, tutte!


pubblicato su


"Come le donne"

di Tiziana Viganò

Genere: raccolta di racconti

Pagine: 138

33 Illustrazioni

ebook: euro 2,99

ISBN libro: 978-8899565282

Seconda edizione: PMedizioni, 2016

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