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"Marranzano: una storia siciliana" di Andrea Costa. recensione di Tiziana Viganò



Una storia di emarginazione, di miseria e di solitudine quella di Vincenzo Marra, detto Marranzano, come il nome dello scacciapensieri siciliano che suona con abilità. Orfano di guerra, analfabeta, bracciante nelle campagne alle pendici dell'Etna, Vincenzo vive tra le macerie di una masseria diroccata, mangia quando può, viene bullizzato da tutti, preso di mira per violenze e cattiverie, è considerato un vero rifiuto umano.

Ha conosciuto un uomo saggio e generoso, Nino, e ha vissuto con lui tredici anni, fino alla sua morte che ha ripiombato Vincenzo nella più nera solitudine. Ha un amico, Ignazio, il postino del paese, e ha intravisto di sfuggita l'amore della sua vita, Angelina.


Poi si scatena una vicenda più grande di lui, in apparenza incomprensibile, che, come un carro armato, lo stritolerà. Finisce in carcere con l'accusa di aver ucciso la figlia di un potente costruttore edile, fa conoscenza con un gruppo di mafiosi, diventa amico del loro capo, Tano, riceve e ricambia favori, pensa di aver trovato amici... L'intrigo si svela lentamente fino al colpo di scena finale, che spariglia le carte e stupisce.


La storia di un uomo buono, innocente, che per tutta la vita ha pagato un prezzo altissimo per il solo fatto di esistere, sempre usato e abusato. Anche chi si presenta come amico è pronto a tradirlo, le istituzioni non sembrano difenderlo. Una storia triste, amara, che è simile a quella di tanti emarginati che la società non ha nessun interesse a includere e di cui ricorda l'esistenza solo quando accadono tragici fatti di cronaca.


C'è la mafia in azione, che scala gli affari della grande edilizia speculativa, guadagni sempre più succulenti che coinvolgono, nei crimini che insanguinano la Sicilia, imprenditori, politici, gente che conta. Mentre a Palermo si celebra il Maxiprocesso - siamo nel 1987 - a Catania la mafia indossa giacca e cravatta, si diverte in ogni modo, legale e illegale, nella città vivace e godereccia.

Lo scrittore racconta questa vicenda che ha sapore di verità, inserendo la storia del singolo in una più ampia, collettiva, la vita sociale e politica siciliana nel particolare periodo in cui Cosa Nostra subiva i colpi del Pool Antimafia, pronta però a cambiare pelle e trasformarsi in un'organizzazione ancora più potente e mortifera.


La figura del protagonista è delineata dallo scrittore con dolente empatia e tutti i personaggi sono ben caratterizzati nel loro fare e pensare. L'ambiente sociale e il paesaggio catanese entrano con forza nella narrazione, che si colora con l'uso della lingua siciliana per parole o intere frasi, comprensibilissime. Si percepisce la passione con cui l'autore racconta una storia che sente profondamente, così è facile per lui comunicare le sue emozioni al lettore, coinvolgendolo.



"Marranzano: una storia siciliana"

di Andrea Costa

self publishing, luglio 2021

genere: narrativa contemporanea

pagine: 308

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