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"Il cielo sbagliato" di Silvia Truzzi. Recensione di Tiziana Viganò






Un bel romanzo che appassiona alle vicende di donne molto diverse tra loro, ma accomunate dalla fatica di nascere e vivere da femmina in un mondo dove solo i maschi hanno diritti e potere. La lotta per emanciparsi è difficile, sia per chi ha la fortuna di nascere in cima alla scala sociale, sia per chi parte dalla miseria nera: essere mogli e madri, sottomesse e silenziose, sfruttate e insoddisfatte.

Per raggiungere autonomia e libertà dopo cent'anni non si è ancora arrivate alla meta: chissà quando le donne riusciranno a conquistare l'altra metà del cielo?


“E allora capisce che deve farsi sentire, perché le persone che non fanno rumore non esistono"

11 novembre 1918, il giorno dell'Armistizio a Mantova. Due donne partoriscono due femmine: una in un palazzo è Irene, figlia della marchesa Cavriani, l'altra, Dora, in una miserabile baracca e subito rimane orfana. Una nonna cattiva, vera strega delle fiabe, cresce con odio la piccola Dora, la affama, la manda a servizio a sei anni, la picchia fino quasi a ucciderla. Si salva grazie alla compassione della famiglia dove lavora, che la accoglie come una figlia, la istruisce e le apre le porte di una vita agiata e di un buon matrimonio con un medico, uomo buono e retto. Anni dopo diventa cognata di Irene Cavriani: questa potrebbe riconoscerla come la mendicante che chiedeva elemosine sul sagrato di Sant'Andrea, ma mantiene il segreto. Nella sua nuova condizione privilegiata Dora si culla nell'illusione di un'uguaglianza che non avrà mai: sente su di sé l'incubo di quel passato, ha paura di essere smascherata, deve stare all'erta, combatte per affrancarsi, perché non si sente mai dalla parte giusta. La sua strepitosa bellezza la aiuta, ma attira il desiderio di tanti uomini mettendola in pericolo, conducendola alla


"scoperta di un piacere sconosciuto e di una felicità assurdamente piena di vita. Ma è un cielo sbagliato sotto cui essere felici".

La narrazione si snoda negli anni difficili dal 1918 al 1945, inquadrando gli eventi della Storia e raccontando la vita quotidiana nelle diverse classi sociali in un affresco dettagliato: un romanzo che si legge d'un fiato, partecipando alle vicende dei tanti personaggi, tutti ben caratterizzati, vivi nella mente del lettore. Con Mantova a splendido scenario, la città, i monumenti, i magnifici palazzi e la ricca campagna circostante descritti con amore dalla scrittrice che vi è nata.


Il libro si chiude con una riflessione di Dora che è obiettivo di una vita nuova che si apre davanti a lei


"per tutta la vita sono stata una figlia di nessuno: non sarò mai più solo la moglie di qualcuno"


Silvia Truzzi, giornalista, è nata a Mantova e vive a Milano. Laureata in Giurisprudenza, lavora al Fatto Quotidiano dalla sua fondazione nel 2009. Ha vinto il Premio giornalistico internazionale Santa Margherita Ligure per la cultura nel 2011 e il Premio satira politica Forte dei Marmi, sezione giornalismo, nel 2013. È autrice del programma di Massimo Gramellini, Le parole. Nel 2016 ha pubblicato Perché No (con Marco Travaglio) e nel 2019 C’era una volta la sinistra (con Antonio Padellaro). Con Longanesi ha pubblicato Un Paese ci vuole. Sedici grandi italiani si raccontano (2015) e il romanzo Fai piano quando torni (2018).

"Il cielo sbagliato"

di Silvia Truzzi

genere: narrativa italiana

editore: Longanesi, 2022

pagine: 384



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