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Gli occhi di Sara" di Maurizio de Giovanni. Recensione di Tiziana Viganò

con appunti dell'incontro dei bookbloggers con lo scrittore organizzato da Rizzoli il 30 marzo 2021





Sara, la donna invisibile, che sa mimetizzarsi con l'ambiente, che sa leggere i gesti, i microscopici movimenti del corpo, delle labbra, ha occhi verdazzurro, bellissimi e pieni di dolore: li tiene bassi, non li mostra perché chiunque potrebbe notarli e lei perderebbe così la sua invisibilità. 

Non è solo capace di vedere, ma anche di guardare profondamente, oltre le cose, oltre le manifestazioni emotive, creando collegamenti mentali indispensabili nella sua vita e nel suo lavoro di analista dei Servizi Segreti. E non dimentica, mai.


In questo splendido romanzo, che intreccia la trama di un noir del passato alla dolorosa vicenda del presente per la sua famiglia, Sara deve trovare la via giusta per salvare il nipotino, di appena due anni, affetto da un tumore maligno che in brevissimo tempo potrebbe ucciderlo: bisogna fermare quell'orologio di morte e il passato le viene in aiuto. Perchè quel bambino era stato


"un'esplosione nella sua vita, una tempesta di emozioni felici. Tenerlo fra le braccia, guardarlo crescere le aveva fatto ritrovare la passione per il mondo, l'attenzione al presente, la voglia di avere un futuro."

In questo romanzo come negli altri precedenti, la figura di Sara è gigante, sovrasta: ma anche gli altri personaggi la rendono più umana, la illuminano. Viola, che sente nel dolore aumentare il suo senso materno, l'ispettore Pardo, che voleva spaccare il mondo e non accettava la malattia del nipote acquisito, l'amica e collega di sempre, Teresa Pandolfi la Bionda, Andrea Catapani, l'analista cieco che sa trovare l'impossibile.


Che legame può esserci tra l'esigenza di un'operazione fuori dall'ordinario per salvare un bambino e una storia dei trent'anni prima? Nel 1990 in occasione di una visita di Papa Giovanni Paolo II a Napoli, Sara aveva contribuito a sventare un attentato, una strage, organizzata da cinque studenti romeni dell'università.

Il destino si legge all'indietro: un'azione di oggi ha effetti nel futuro. Così Sara, nonna amorevole e disperata, cerca, come lei sa, la soluzione al problema attuale riallacciando fili rossi che la portano indietro di tanti anni.


Ed ecco il passato che ritorna, con un legame di sguardi, un riconoscimento, con occhi indimenticabili.

C'è un legame d'amore. E Maurizio de Giovanni sa raccontare storie d'amore come pochi altri.


Un libro indimenticabile!



Appunti sparsi da un incontro dei bookbloggers con lo scrittore organizzato da Rizzoli sul web il 30 marzo 2021


Maurizio de Giovanni ha un suo modo di entrare a vivere nella storia narrata, di guardare la realtà con il punto di vista dei suoi personaggi, di vivere dentro la loro anima, attrae magneticamente il lettore, che fin dalla prima pagina diventa a sua volta attore o comparsa nella vicenda stessa. Una capacità di identificazione che allo scrittore viene naturale, siano esse figure positive oppure delinquenti, assassini o figure tragiche, nonostante il suo carattere vivace e solare. Come un fine conoscitore dell'animo umano, ma anche come chi ha conosciuto il dolore e la perdita, racconta non di se stesso, ma di tanti altri in un caleidoscopio d'umanità che mostra tutta la gamma di forme e colori delle emozioni. I personaggi evolvono libro per libro, vivono la loro vita, accompagnati dall'affetto che lo scrittore prova per loro.


In questo libro vediamo Sara sul campo, negli anni della sua gioventù, quando ha cominciato a dimostrare la sua abilità nel leggere il linguaggio non verbale, una scienza che sembra una magia: in realtà, come succede al commissario Ricciardi che vede i morti, il superpotere può diventare una condanna. Per Sara quello di vedere sempre la verità degli altri, di poter leggere i pensieri.


Sara è nata grazie a un incontro di Maurizio de Giovanni, in una notte di pioggia, di ritorno da un teatro in moto. Una donna con il volto giovanile e i capelli candidi, ferma in macchina, sola, in una notte di pioggia: aveva bisogno di aiuto? poteva fidarsi di quell'uomo in moto? La fantasia corre e la storia di Sara si fa strada nella mente dello scrittore.

Dal riflesso su un vetro di una bambina che fa la linguaccia e che ha visto solo lui: così è nata l'idea di Ricciardi che vede i morti, dalla lettura dei libri di Mc Bain sull'87° distretto è nata la serie dei Bastardi, mentre Mina Settembre nasce dalla strada, dalla vita, ed è sorridente.


Sara è una donna sincera, vuole essere naturale, limpida pur nella sua semplicità, nella sua riservatezza, nella modestia del suo vestire: donna forte e capace, ha saputo rivoluzionare la sua vita per amore, ha subito la perdita del suo amato e di suo figlio, ma è capace di cambiare, di adattarsi, e di trasformare il dolore della perdita, dall'assenza alla presenza in altro modo. Un'icona femminista.





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